MTB:
Monte Chaberton (m 3130 - Francia)
da Fenils per
le Grange Pra Claud, Grange Quagliet, Piano dei Morti ed il Colle
dello Chaberton
di Massimo Peverada
Sono molto affezionato al Monte Chaberton, forse perche' mi e' rimasto impresso sin dalla prima volta in cui ci sono stato: era il luglio del 1970.... avevo appena 4 anni!!! Non so se ho faticato piu' allora o l'ultima volta in sella alla mountain bike. Se gia' l'impresa e' difficile a piedi (di solito si sale dal versante francese in quanto e' la via piu' breve), con la bicicletta risulta ancora piu'impegnativa in quanto si utilizza la stradina militare che parte da Fenils con un dislivello di ben 1850 metri, una lunghezza di oltre 14 km e ben 72 tornanti. Tale stradina fu costruita, sul finire del secolo scorso, sopra il tracciato della mulattiera che collegava Fenils con il Vallone del Rio Secco, e modificata in seguito, allungandola nel tratto tra il Piano dei Morti e il Colle dello Chaberton, per ridurne la pendenza al fine di facilitare l'accesso ai mezzi motorizzati. Dopo tale modifica non furono pero' spostate le pietre miliari che quindi indicano in quel tratto una distanza errata. E' consigliabile effettuare l'itinerario in estate inoltrata (luglio-agosto) in modo che la neve si sia completamente sciolta e avendo sulle gambe un ottimo allenamento, altrimenti terminerete ancor prima di cominciare! Il punto di partenza (la borgata Fenils - m 1276) e' raggiungibile percorrendo la SS 24 del Monginevro: il bivio si trova, se provenite da Susa, sulla destra circa 4 km prima di arrivare a Cesana. Dalla borgata si sale, con pendenza gia' impegnativa, lungo la stradina dal fondo naturale e dissestato che costeggia inizialmente il rio di Fenils. Alterniamo tratti in cui pedaliamo ad altri in cui proseguiamo spingendo la MTB. In successione oltrepassiamo le Grange La Fontana, La Porta (m 1518) e Pra Claud (m 1589). Superiamo un bosco rado e con una serie di tornanti ed un tratto rettilineo giungiamo alle Grange Quagliet oltre le quali il fondo peggiora ulteriormente. |
Oltrepassata la Roccia Tagliata (nome dovuto al fatto che la stradina fu ottenuta mediante la posa di mine per incidere un costone roccioso) giungiamo al Piano dei Morti: e' un toponimo che si trova frequentemente in montagna e anche qui testimonia la tragedia che colpi' un distaccamento di soldati francesi alla fine del 1700 (furono uccisi dal freddo durante la guerra con il Regno di Sardegna). Dopo un'altra impegnativa serie di tornanti, raggiungiamo il Colle dello Chaberton (m 2674) presso il quale ci godiamo un po' di riposo. Ormai con la lingua di fuori e senza riuscire quasi piu' a pedalare, continuiamo verso la nostra meta. In questo tratto incontriamo un ricovero ormai diroccato, i resti di trinceramenti in filo spinato e alcuni baraccamenti adibiti all'alloggiamento delle truppe e degli ufficiali. Giunti finalmente in cima al monte, percorriamo il larghissimo spiazzo, ottenuto abbassando di alcuni metri la montagna, dal quale la vista spazia a 360°: visibili le Alpi del Delfinato, la Rognosa di Sestriere, l'Assietta e, se la giornata e' favorevole, il Monte Bianco, Rosa e Gran Paradiso. Su un fianco notiamo subito le otto torri in muratura sulle quali erano collocati altrettanti cannoni da 149/35, racchiusi dentro delle casamatte girevoli in acciaio, del tipo Armstrong-Montagna, pesanti 4 tonnellate e la cui canna raggiungeva i 5,5 m. Tali torri, alte poco meno di 8 metri, furono pensate per ovviare all'inconveniente dell'accumulo di neve, vista la quota elevata, ma si rivelarono pero'facilmente vulnerabili: progettate sul finire del secolo scorso quando non esistevano ancora artiglierie in grado di raggiungerle, il 21 giugno del 1940 sei delle otto torri furono distrutte in un solo pomeriggio dai francesi che utilizzarono quattro mortai Schneider da 280 mm, collocati a Pouet-Morand e l'Eyrette, nelle vicinanze di Briançon, a 2000 metri di quota e manovrati dagli uomini della 6a Batteria Mortai Pesanti al comando del tenente Miguet. Una sessantina furono i proiettili sparati, del peso di 250 kg. Lanciati verso l'alto questi, oltrepassate le creste, ricadevano sul bersaglio senza che i soldati italiani della 515a Batteria di stazza sullo Chaberton ne conoscessero la provenienza. Bilancio: una decina i morti, oltre 50 i feriti. Il Monte Chaberton nel 1947, con il trattato di pace, passo' sotto sovranita' francese. Ritenuta la piu' alta fortezza d'Europa, era collegato con Cesana mediante una teleferica, senza stazione intermedia, lunga 3,8 km e 1785 m di dislivello in grado di trasportare materiali e approvvigionamenti. Nel 1957 l'impresa siderurgica "Sogena" smantello' tutto il materiale riutilizzabile, soprattutto le parti in acciaio. E' possibile raggiungere passando dall'interno la cima di una delle torri utilizzando l'unica scala, di forma elicoidale, rimasta intatta anche se, salendo, temiamo che gli scalini logori possano cedere sotto il nostro peso. Scendiamo quindi sul piazzale antistante il fabbricato che sorregge le torrette, contenente tra l'altro i locali ove erano stipate le munizioni di immediato utilizzo e dotati di elevatori per poter trasportare i proiettili sino alle bocche da fuoco, oltre a camerate, cucina, infermeria. Iniziamo a perlustrarlo notando come sia completamente invaso dal ghiaccio: il sottoscritto con un volo improvviso si ritrova schiena a terra, fortunatamente protetto nella caduta dallo zainetto. Sotto tale ghiaccio si trovano tuttora, nelle polveriere, parte dei proiettili. Siamo purtroppo costretti a rientrare in tutta fretta alla vettura in quanto il tempo comincio' a peggiorare. Alla fine, bagnati dalla pioggia, siamo stanchi ma soddisfatti: riscontriamo che se avessimo avuto delle forcelle ammortizzate probabilmente la discesa non si sarebbe rivelata cosi' faticosa. | |
Foto, disegni e testi
contenuti in questa pagina possono essere utilizzati liberamente
purche' se ne citi l'Autore (Massimo Peverada)
Le fotografie, nell'ordine in cui compaiono, si riferiscono a:
1) Cima del Monte Chaberton con le 8 torri
2) Piazzale antistante le torri
3) Luglio '70: la mia prima volta sullo Chaberton all'eta' di 4
anni
4) Salendo oltre il Colle dello Chaberton
5) Un momento di pausa, sempre oltre il Colle (notare i
trinceramenti di filo spinato sullo sfondo)
6) Corridoio all'interno del forte ricoperto dal ghiaccio
7) Bunker nei pressi del Colle dello Chaberton
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE 1:25.000 N. 105
SESTRIERE CLAVIERE PRALI
Ho raccolto qui di seguito le numerose testimonianze inviate da coloro che hanno sperimentato in prima persona l'ascesa in mtb sperando che possano essere utili. Le vostre opinioni e segnalazioni Sono salito sullo Chaberton in MTB il
28 agosto 2008. In quest'ultimo periodo sono stati fatti dei lavori di
sistemazione che hanno drasticamente migliorato la situazione. Ritenendo
di fare cosa utile ad altri biker interessati alla salita aggiorno
quindi sulle condizioni attuali. La stessa relazione l'ho scritta anche
su http://www.gulliver.it. Fabrizio Godio (http://www.salitomania.it) L'ho fatto l'11/08/2006. Sono tornato sano e
salvo. Prima di tutto vorrei soffermarmi a riflettere su come doveva
essere la vita degli alpini lassù 12 mesi all'anno e sulla fatica che
hanno fatto i soldati del genio che hanno costruito la strada: rispetto! Enrico Laguzzi Sono salito sullo Chaberton domenica 6 agosto 2006. Aggiorno sulle condizioni della strada. Partendo da Fenils, la strada è buona per un chilometro, un po' sassosa a dire la verità, ma accettabile. I successivi 5 chilometri sono invece perfetti, in quanto sono in corso lavori di sistemazione che l'hanno resa liscissima. Purtoppo però dal curvone in cui la strada è franata (fare attenzione a non scivolare nel canale sottostante) la ciclabilità scende. A parte 200 metri da farea a piedi lungo la frana stessa, stimo ancora un km circa di pedalabilità accettabile. Poi la strada aumenta di pendenza ed è completamente ricoperta di sassi di grosse dimensioni, impossibile o quasi stare in piedi (a meno che non siate dei fenomeni). Il pezzo peggiore è in prossimità di Rocca Tagliata. Per 4 km ho spinto ininterrottamente, anche nel Piano di Morti, benchè qualche decina di metri ogni tanto si possano fare. Risalgo in sella nelle ultime due rampe prima del colle dello Chaberton. Dal colle in avanti la pendenza è veramente imegnativa, ma si riesce a pedalare per lunghi tratti, magari con frequenti soste per rifiatare. Dal colle sono circa 3,5 km: oramai lo si può considerare un single track, ma si riesce a pedalare. Io sono arrivato in cima sulla sella. Per quanto riguarda la discesa, valuterei un 80% in sella (facendo attenzione subito sotto la punta nelle curve e nei tratti esposti). Questa percentuale aumenta in base alle capacità e alla voglia di rischiare di ciascuno. Andrea Castagno L'ho fatto il 30/06/06. Ora non
voglio inserire in questo commento degli aggettivi ma, senza insegnare
niente a nessuno, dare solo dei suggerimenti. Come fa uno, ad esempio
della classe 1965, con un lavoro sedentario, che non ha mai partecipato
a gare sportive di mtb (anzi che sul percorso di una semplice Cross
Country regionale su 3 giri lui ne fa uno solo ed è già stanco) a salire
sullo Chaberton? Dislivello 1861 m; lunghezza 14,2 Km solo salita
(scusate ma scendendo verso Montgenevre mi si è rotto il contakm e da
quando l'ho aggiustato ha ancora segnato 17.4 Km); tempo salita 5h41';
tempo discesa 2h27'. Abbandonate l'asfalto, non prendete l'ascensore,
lasciate il telecomando di fianco al televisore e il cellulare di fianco
al telefono fisso poi vi sciroppate ad esempio: il Malamot, la
Pattacroce/Roncia (giro del lago del Moncenisio), lo Jafferau oppure il
Colletto Meana-Finestre-Assietta-Genevris e ritorno oppure le Cime
Bianche Superiore a Cervinia e vi siete fatti un'idea a cosa potrebbe
assomigliare lo Chaberton. Bersagliere Siamo stati sullo Chaberton sabato 3 settembre 2005 partendo da pra Claud (1589 mt), ritenendo già abbastanza lungo e faticoso il percorso, dato che le appena passate ferie avevano procurato un calo fisico e dell'allenamento direi notevole! La salita si è presentata parecchio difficoltosa, dovendo fare la maggior parte del percorso (circa 60%) praticamente a piedi spingendo la bici, su una lunghezza complessiva di 10,55 Km circa. Il sentiero è ciclabile fino al bivio del Km 4,35 (2035mt circa) dove, girando sulla destra, le pietre e la pendenza rendono poi impossibile l'aderenza al terreno, fatto salvo per le moto-cross che talvolta si incontrano ancora durante la salita dal lato italiano, nonostante i divieti. Più avanti rarissimi tratti, soprattutto verso la sommità della montagna, offrono ancora qualche piccolo spunto di pedalata con il rampichino, ma sono veramente brevi. Il ritorno è ovviamente molto tecnico ma assolutamente percorribile al 100%, ponendo comunque la massima attenzione alle pietre da saltare continuamente spostando il peso sulla bicicletta con abilità e destrezza. Siamo rimasti veramente molto soddisfatti per la bellezza del posto e la fatica della salita è stata ampiamente ripagata dalla maestosità del forte, dai suoi tunnel da esplorare, dai panorami mozzafiato e, non ultimo, dalla lunga discesa, degna coronazione di una fantastica giornata vissuta all'insegna della vera montagna, raggiunta con le sole proprie forze. Certo un poco di romanticismo nel ripensare alla storia di questi forti non fa che aumentare il gusto stesso dell'ascesa, immaginando chi ha vissuto decine di anni fa tra il freddo e gli stenti a causa dei conflitti. Marco Baudo/Manuele Rossi Nel mese di agosto 2004 ho fatto il Chaberton salendo da Fenils. Ho letto gli altri commenti e vorrei aggiungere alcune considerazioni personali. La salita è sicuramente impegnativa, lunga e poco ciclabile (50/60% circa). Penso però che, affrontata con lo spirito giusto e con la consapevolezza di doversi portare un bel po' la bici a spalla, sia comunque gratificante ed emozionante, soprattutto se ci si lascia trasportare un po' dalla fantasia e si pensa quale immane opera sia stata la costruzione della "strada" che si percorre salendo. Gli alpini fecero veramente un lavoro grandioso (che costò anche alcune vite umane). Vissuta un po' all'insegna del "romanticismo" la salita allo Chaberton diventa veramente coinvolgente, anche se va affrontata con motivazione, partendo presto al mattino e con condizioni meteo stabili. Io sono partito verso le 7.30 da Fenils e in poco meno di 4 ore sono arrivato in vetta (con tanto di applauso da parte dei presenti!!). La discesa verso Claviere è discretamente ciclabile (quasi completamente dalla vetta fino al Colle del Chaberton e nel sottostante Vallon des Baisses; molto poco, almeno per il sottoscritto, nella parte intermedia alle due sopracitate). Michele Rossetti Il 23 Agosto 2000 sono andato in gita in bici per la quinta (ed ultima volta) sullo Chaberton. Penso possano interessare a te e ad altri bikers gli aggiornamenti sul percorso. Purtroppo le notizie sono piuttosto negative: della strada (adesso chiusa al traffico dopo Pra Claud) resta ben poco. Dalle ultime grange sino al colle la ciclabilità è praticamente nulla: sembra di essere nel letto di un torrente in secca, con sassi e ghiaia. Per darti un'idea, quando sono andato per la prima volta, ormai una decina di anni fa, la parte più difficoltosa era la salita dal colle dello Chaberton alla punta; ebbene, ora quel tratto è indubbiamente il più bello e resta ciclabile praticamente al 100% (in realtà altri due ciclisti che ho incrociato se la sono fatta tutta a piedi). Sino a due o tre anni fa, inoltre, era in buona parte ciclabile (OCA) anche la discesa dal colle dello Chaberton a Claviere. Quest'anno la ciclabilità si è piuttosto ridotta anche su tale tratto ed alcuni passaggi sono piuttosto impegnativi anche con la bici in spalla. Ultima nota: a Fenils sono affissi vari avvisi del comune datati 13/8/00 indicanti che a causa di una frana la strada non è più percorribile né a piedi né in MTB. In realtà non è così: solo in un punto è franata, ma comunque resta un sentierino (percorribile con prudenza ma senza difficoltà). A piedi quindi non ci sono problemi ed in bici non è certo la frana l'ostacolo maggiore. In conclusione, la gita resta sempre spettacolare per il panorama, ma decisamente non più adatta alla MTB. Marco Tosalli Confermo
pienamente le difficoltà della salita al MONTE CHABERTON
perché ho percorso il giro alla fine di luglio
raggiungendo con fatica la vetta. Ho deciso di effettuare
la discesa nel versante di Claviere che offre un sentiero
ripido per il primo tratto, in seguito la valle
allargandosi in detriti da la possibilità di scendere
quasi sempre in sella. Gian Carlo Povero Ero a
conoscenza della situazione sullo Chaberton già critica
tre anni fa ed ora drammaticamente peggiorata a seguito
della mezza alluvione di questa tarda primavera (quella
che ha portato via metà della strada che conduce a Sauze
di Cesana) che ha trasformato la strada in un torrente. Giorgio Schmitz Confermo che la strada per lo Chaberton è in condizioni tremende. Sono un biker ben allenato e in possesso di una discreta tecnica. La settimana dopo essermi sciroppato la Dolomiti Superbike (111 km) mi sono deciso ad affrontare l'impresa della salita allo Chaberton insieme ad un amico. Dalle Grange Quagliet in avanti il fondo è assolutamente non percorribile in sella. Abbiamo spinto la mtb fino al Piano dei Morti e per un'altra mezz'ora, poi abbiamo rinunciato perché i tempi di percorrenza diventavano troppo lunghi ed il rientro avrebbe potuto diventare pericoloso. La discesa è stata MOLTO impegnativa ed ha messo a dura prova la nostra abilità discesistica. Purtroppo anche in zona non tutti sanno in quali condizioni sia la strada e abbiamo incontrato alcuni villeggianti (con bici molto mediocri, adatte alla gita fuori porta ma non alla montagna) che erano stati indirizzati allo Chaberton dal loro albergatore o dal padrone di casa. Follia!! Carlo Mario Chierotti E' una gita che SCONSIGLIO vivamente a tutti i bikers di fare. Sono andato con un amico. Sapevo che era dura, ma e' stata veramente un'angoscia. Partiti da Fenils alle 9.15 abbiamo pedalato fino alle 11. Dalle 11 alle 14 abbiamo spinto la bici. Sassi, ghiaia, gradoni e pendenza improponibile per un biker di media portata, hanno reso la giornata molto difficile. Avevo fatto lo stesso percorso circa 13 anni fa con la moto ed ero arrivato in cima. Ora e' quasi impercorribile. Paolo Fassina |
Se volete conoscere tutto sullo Chaberton vi consiglio il seguente libro, ricco di foto storiche, disegni, documenti: Edoardo
Castellano oppure il piu' recente: Sylvie Bigoni oppure il sito Internet di Roberto Chirio http://www.fortechaberton.com/ |