MTB: Monte Chaberton (m 3130 - Francia)
da Fenils per le Grange Pra Claud, Grange Quagliet, Piano dei Morti ed il Colle dello Chaberton
di
Massimo Peverada

Sono molto affezionato al Monte Chaberton, forse perche' mi e' rimasto impresso sin dalla prima volta in cui ci sono stato: era il luglio del 1970.... avevo appena 4 anni!!! Non so se ho faticato piu' allora o l'ultima volta in sella alla mountain bike. Se gia' l'impresa e' difficile a piedi (di solito si sale dal versante francese in quanto e' la via piu' breve), con la bicicletta risulta ancora piu'impegnativa in quanto si utilizza la stradina militare che parte da Fenils con un dislivello di ben 1850 metri, una lunghezza di oltre 14 km e ben 72 tornanti. Tale stradina fu costruita, sul finire del secolo scorso, sopra il tracciato della mulattiera che collegava Fenils con il Vallone del Rio Secco, e modificata in seguito, allungandola nel tratto tra il Piano dei Morti e il Colle dello Chaberton, per ridurne la pendenza al fine di facilitare l'accesso ai mezzi motorizzati. Dopo tale modifica non furono pero' spostate le pietre miliari che quindi indicano in quel tratto una distanza errata. E' consigliabile effettuare l'itinerario in estate inoltrata (luglio-agosto) in modo che la neve si sia completamente sciolta e avendo sulle gambe un ottimo allenamento, altrimenti terminerete ancor prima di cominciare! Il punto di partenza (la borgata Fenils - m 1276) e' raggiungibile percorrendo la SS 24 del Monginevro: il bivio si trova, se provenite da Susa, sulla destra circa 4 km prima di arrivare a Cesana. Dalla borgata si sale, con pendenza gia' impegnativa, lungo la stradina dal fondo naturale e dissestato che costeggia inizialmente il rio di Fenils. Alterniamo tratti in cui pedaliamo ad altri in cui proseguiamo spingendo la MTB. In successione oltrepassiamo le Grange La Fontana, La Porta (m 1518) e Pra Claud (m 1589). Superiamo un bosco rado e con una serie di tornanti ed un tratto rettilineo giungiamo alle Grange Quagliet oltre le quali il fondo peggiora ulteriormente.
Oltrepassata la Roccia Tagliata (nome dovuto al fatto che la stradina fu ottenuta mediante la posa di mine per incidere un costone roccioso) giungiamo al Piano dei Morti: e' un toponimo che si trova frequentemente in montagna e anche qui testimonia la tragedia che colpi' un distaccamento di soldati francesi alla fine del 1700 (furono uccisi dal freddo durante la guerra con il Regno di Sardegna). Dopo un'altra impegnativa serie di tornanti, raggiungiamo il Colle dello Chaberton (m 2674) presso il quale ci godiamo un po' di riposo. Ormai con la lingua di fuori e senza riuscire quasi piu' a pedalare, continuiamo verso la nostra meta. In questo tratto incontriamo un ricovero ormai diroccato, i resti di trinceramenti in filo spinato e alcuni baraccamenti adibiti all'alloggiamento delle truppe e degli ufficiali. Giunti finalmente in cima al monte, percorriamo il larghissimo spiazzo, ottenuto abbassando di alcuni metri la montagna, dal quale la vista spazia a 360°: visibili le Alpi del Delfinato, la Rognosa di Sestriere, l'Assietta e, se la giornata e' favorevole, il Monte Bianco, Rosa e Gran Paradiso. Su un fianco notiamo subito le otto torri in muratura sulle quali erano collocati altrettanti cannoni da 149/35, racchiusi dentro delle casamatte girevoli in acciaio, del tipo Armstrong-Montagna, pesanti 4 tonnellate e la cui canna raggiungeva i 5,5 m. Tali torri, alte poco meno di 8 metri, furono pensate per ovviare all'inconveniente dell'accumulo di neve, vista la quota elevata, ma si rivelarono pero'facilmente vulnerabili: progettate sul finire del secolo scorso quando non esistevano ancora artiglierie in grado di raggiungerle, il 21 giugno del 1940 sei delle otto torri furono distrutte in un solo pomeriggio dai francesi che utilizzarono quattro mortai Schneider da 280 mm, collocati a Pouet-Morand e l'Eyrette, nelle vicinanze di Briançon, a 2000 metri di quota e manovrati dagli uomini della 6a Batteria Mortai Pesanti al comando del tenente Miguet. Una sessantina furono i proiettili sparati, del peso di 250 kg. Lanciati verso l'alto questi, oltrepassate le creste, ricadevano sul bersaglio senza che i soldati italiani della 515a Batteria di stazza sullo Chaberton ne conoscessero la provenienza. Bilancio: una decina i morti, oltre 50 i feriti. Il Monte Chaberton nel 1947, con il trattato di pace, passo' sotto sovranita' francese. Ritenuta la piu' alta fortezza d'Europa, era collegato con Cesana mediante una teleferica, senza stazione intermedia, lunga 3,8 km e 1785 m di dislivello in grado di trasportare materiali e approvvigionamenti. Nel 1957 l'impresa siderurgica "Sogena" smantello' tutto il materiale riutilizzabile, soprattutto le parti in acciaio. E' possibile raggiungere passando dall'interno la cima di una delle torri utilizzando l'unica scala, di forma elicoidale, rimasta intatta anche se, salendo, temiamo che gli scalini logori possano cedere sotto il nostro peso. Scendiamo quindi sul piazzale antistante il fabbricato che sorregge le torrette, contenente tra l'altro i locali ove erano stipate le munizioni di immediato utilizzo e dotati di elevatori per poter trasportare i proiettili sino alle bocche da fuoco, oltre a camerate, cucina, infermeria. Iniziamo a perlustrarlo notando come sia completamente invaso dal ghiaccio: il sottoscritto con un volo improvviso si ritrova schiena a terra, fortunatamente protetto nella caduta dallo zainetto. Sotto tale ghiaccio si trovano tuttora, nelle polveriere, parte dei proiettili. Siamo purtroppo costretti a rientrare in tutta fretta alla vettura in quanto il tempo comincio' a peggiorare. Alla fine, bagnati dalla pioggia, siamo stanchi ma soddisfatti: riscontriamo che se avessimo avuto delle forcelle ammortizzate probabilmente la discesa non si sarebbe rivelata cosi' faticosa.

Foto, disegni e testi contenuti in questa pagina possono essere utilizzati liberamente purche' se ne citi l'Autore (Massimo Peverada)
Le fotografie, nell'ordine in cui compaiono, si riferiscono a:
1) Cima del Monte Chaberton con le 8 torri
2) Piazzale antistante le torri
3) Luglio '70: la mia prima volta sullo Chaberton all'eta' di 4 anni
4) Salendo oltre il Colle dello Chaberton
5) Un momento di pausa, sempre oltre il Colle (notare i trinceramenti di filo spinato sullo sfondo)
6) Corridoio all'interno del forte ricoperto dal ghiaccio
7) Bunker nei pressi del Colle dello Chaberton
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE 1:25.000 N. 105 SESTRIERE CLAVIERE PRALI


Ho raccolto qui di seguito le numerose testimonianze inviate da coloro che hanno sperimentato in prima persona l'ascesa in mtb sperando che possano essere utili.

Le vostre opinioni e segnalazioni

Sono salito sullo Chaberton in MTB il 28 agosto 2008. In quest'ultimo periodo sono stati fatti dei lavori di sistemazione che hanno drasticamente migliorato la situazione. Ritenendo di fare cosa utile ad altri biker interessati alla salita aggiorno quindi sulle condizioni attuali. La stessa relazione l'ho scritta anche su http://www.gulliver.it.
Che dire... Lo Chaberton era per me un sogno nel cassetto da svariati anni, sempre rinviato per le pessime notizie sullo stato della strada. Rincuorato dalle ultime relazioni e notizie avute mi sono gettato nell'impresa, e ne sono rimasto molto soddisfatto, anche se il mio allenamento in bici quest'anno non è stato ottimale. Dunque, io ho pedalato senza problemi sino alla Rocca Tagliata: la strada è un bigliardo sino alla Grange Quagliet, poi peggiora avvicinandosi alla Rocca Tagliata ma si pedala sempre, pur con qualche acrobazia. Ancora per qualche breve tratto sino al Pian dei Morti si riesce a ciclare, poi si accompagna la bici sino al Colle dello Chaberton. Da lì in poi la strada è in buone condizioni e quasi interamente pedalabile, se si hanno ancora energie residue. Io l'ho fatta quasi tutta a piedi: la velocità con cui salivo in bici era ridicola e non giustificava lo sforzo. Visti comunque due "motorini" farsela tutta in bici: complimenti! Discesa tutta in sella fino al colle, poi si pedala poco sino al ricovero Sette Fontane (prestare attenzione a qualche passaggio esposto del sentiero, con la bici in spalla può risultare problematico). Da lì nulla da rilevare: veloce sterrata sino a Monginevro e rientro in Italia su asfalto. In conclusione, se avete lo Chaberton nel mirino non aspettate ulteriormente perchè la strada, ora ben sistemata, si deteriorerà presto vista la sua conformazione e chissà quando verranno rifatti altri lavori.

Fabrizio Godio (http://www.salitomania.it)


L'ho fatto l'11/08/2006. Sono tornato sano e salvo. Prima di tutto vorrei soffermarmi a riflettere su come doveva essere la vita degli alpini lassù 12 mesi all'anno e sulla fatica che hanno fatto i soldati del genio che hanno costruito la strada: rispetto!
Ho lasciato la macchina a Fenils subito dopo il ponte per non dover fare nessuna fatica extra in salita al ritorno. Il giro è sicuramente più adatto per il trekking che per la mtb a causa del fondo molto difficile se non impossibile da pedalare e della pendenza veramente acida nella parte alta. Tuttavia ho notato con estremo piacere che stanno risistemando la strada: nella parte bassa per i primi 6 km è completamente pedalabile con il fondo bello liscio; certo ci sono alcune rampe brevi da 22X32. Poi si arriva ad una frana dove si passa con attenzione con la bici al fianco dove le ruspe stanno mettendo a posto. Ho parlato con gli operai e mi hanno detto che quest'anno mettono a posto solo fin lì, l'anno prox forse se arrivano i soldi vanno avanti. Ci sarà ancora un kilometro scarso dove bene o male qualcosa si pedala e poi, giunti al bivio con la mulattiera che arriva da Cesana, si svolta a destra e iniziano una serie infinita di tornanti e rampe molto ripide e con il fondo che sembra il greto di un torrente. Ecco da qui in poi si spinge a parte qualche tratto di 20 metri sparso qui e là. Più si sale e più il fondo degenera. Visto che sono partito piuttosto tardi sono arrivato in cima che ero completamente solo nel forte a 3100 m verso le 17:15 (BBBBRRRRR!!!!! dentro c'era la neve). La discesa dal forte fino al colle dello Chaberton è semplice come pendenza e come fondo ma c'era un vento assassino gelido che cercava di disarcionarmi ad ogni curva. Poi giù dal colle fino a Claviere: nel primo pezzo è difficile perché ci sono veramente tante pietre smosse e pende parecchio. Ci sono anche alcuni punti da fare con la biga in spalla dove avrei preferito essere con qualcun altro per passarci le bighe in sicurezza. Arrivati ad un bivacco nelle vicinanze di una stazione sciistica il sentiero diventa fattibile e volendo ci si può collegare ad una rotabile che ho fatto solo nel primo pezzo per poi abbandonarla e imboccare un sentiero divertente ma non eccessivamente tecnico che arriva poco a valle della frontiera di Claviere; la strada carrozzabile probabilmente finiva su Monginevro. Da Claviere fino a Fenils è tutto asfalto e tutta discesa. Occhio che le gallerie paravalanghe sotto Claviere non sono illuminate! Nelle prime si vede bene perché ogni pochi metri c'è un bel finestrone da dove passa la luce. Nell'ultima, verso la fine, ci saranno almeno un centinaio di metri dove i finestroni non ci sono più e se si è fatta tutta la discesa fino a lì con gli occhiali da sole ci si trova di colpo nel buio pesto e a 40 all'ora in mezzo alle macchine... Panico!!!! L'ultima galleria scendendo è invece completamente illuminata e non presenta pericolo. Col senno di poi forse avrei fatto meglio a faticare ancora un po' per arrivare a Sagna Longa da Claviere e non farmi il pezzo con le gallerie.
Considerazioni
- Per andare fino allo Chaberton la mtb è un optional che fa guadagnare tempo nel primo pezzo della salita (6km) e in gran parte della discesa; per il resto sono 13 chili di zavorra.
- Chi sale a piedi fa meglio a partire da Claviere tornando indietro sulla stessa strada.
- Fate questo giro solo se ne avete veramente voglia. Sulle ultime rampe dopo il colle ma prima del forte la fatica, l'aria rarefatta e il freddo si fanno sentire e la tentazione di tornare indietro sono enormi.
- La soddisfazione e il panorama che si apprezzano in cima sono ineguaglabili.

Enrico Laguzzi


Sono salito sullo Chaberton domenica 6 agosto 2006. Aggiorno sulle condizioni della strada. Partendo da Fenils, la strada è buona per un chilometro, un po' sassosa a dire la verità, ma accettabile. I successivi 5 chilometri sono invece perfetti, in quanto sono in corso lavori di sistemazione che l'hanno resa liscissima. Purtoppo però dal curvone in cui la strada è franata (fare attenzione a non scivolare nel canale sottostante) la ciclabilità scende. A parte 200 metri da farea a piedi lungo la frana stessa, stimo ancora un km circa di pedalabilità accettabile. Poi la strada aumenta di pendenza ed è completamente ricoperta di sassi di grosse dimensioni, impossibile o quasi stare in piedi (a meno che non siate dei fenomeni). Il pezzo peggiore è in prossimità di Rocca Tagliata. Per 4 km ho spinto ininterrottamente, anche nel Piano di Morti, benchè qualche decina di metri ogni tanto si possano fare. Risalgo in sella nelle ultime due rampe prima del colle dello Chaberton. Dal colle in avanti la pendenza è veramente imegnativa, ma si riesce a pedalare per lunghi tratti, magari con frequenti soste per rifiatare. Dal colle sono circa 3,5 km: oramai lo si può considerare un single track, ma si riesce a pedalare. Io sono arrivato in cima sulla sella. Per quanto riguarda la discesa, valuterei un 80% in sella (facendo  attenzione subito sotto la punta nelle curve e nei tratti esposti). Questa  percentuale aumenta in base alle capacità e alla voglia di rischiare di ciascuno.

Andrea Castagno


L'ho fatto il 30/06/06. Ora non voglio inserire in questo commento degli aggettivi ma, senza insegnare niente a nessuno, dare solo dei suggerimenti. Come fa uno, ad esempio della classe 1965, con un lavoro sedentario, che non ha mai partecipato a gare sportive di mtb (anzi che sul percorso di una semplice Cross Country regionale su 3 giri lui ne fa uno solo ed è già stanco) a salire sullo Chaberton? Dislivello 1861 m; lunghezza 14,2 Km solo salita (scusate ma scendendo verso Montgenevre mi si è rotto il contakm e da quando l'ho aggiustato ha ancora segnato 17.4 Km); tempo salita 5h41'; tempo discesa 2h27'. Abbandonate l'asfalto, non prendete l'ascensore, lasciate il telecomando di fianco al televisore e il cellulare di fianco al telefono fisso poi vi sciroppate ad esempio: il Malamot, la Pattacroce/Roncia (giro del lago del Moncenisio), lo Jafferau oppure il Colletto Meana-Finestre-Assietta-Genevris e ritorno oppure le Cime Bianche Superiore a Cervinia e vi siete fatti un'idea a cosa potrebbe assomigliare lo Chaberton.
Partenza dalla chiesa di Fenils poi: Pra Claud, Grange Quagliet, Bivio Osservatorio, Rocca Tagliata, Pian dei Morti, Colle Chaberton, Forte Chaberton, Colle Chaberton, Ricovero Sette Fontane, Montgenevre, Claviere, Cesana, Fenils.
Consigli: per tutta la salita si usa un rapporto 22/30 ed in alcuni tratti (ma solo nei primi 6 Km) un 22/28 ma dal colle Chaberton al forte Chaberton ci vorrebbe un 22/32 o un 22/34 che io purtroppo non avevo. Tutti gli altri rapporti non servono fino a quando non arrivate sull'asfalto a Montgenevre e potrebbero anche non servire mai perché tanto da lì è tutta discesa fino a Fenils.
Pneumatici: da 2.00 in su e ovviamente i più tassellati (da roccia) che trovate in commercio.
Acqua: io ne avevo 1150 cc, sono pochi; minimo 1300 cc o più.
Pedali: meglio i pedali normali e un buon paio di scarpe da trekking con suola vibram non consumata.
Freni: in perfetto stato di funzionamento (tutti e due!).
Camera d'aria di scorta e pompa: dal colle al forte Chaberton ci sono chiodi e filo spinato sul sentiero e sulla spianata.
Come si affronta la salita: su tutto il percorso non c'è ombra, quindi per quelli a cui non piace il sole la partenza deve essere tassativamente fra l'aurora e l'alba e cioè appena si vede la strada (usare comunque crema solare antiscottature e occhiali con protezione UV). Per i primi 6 Km circa consiglio di risparmiare le energie nel modo più assoluto con velocità lenta, senza strappi e soste frequenti per recuperare fiato-cuore-gambe. E' inutile sforzarsi qui tanto salite così se ne trovano a dozzine anche in altri posti. Intanto vi siete portati a circa 1600 m slm abituandovi a respirare in quota. Poi ci sono i secondi 4-5 Km circa dove le persone normali spingono la bici al fianco. Ma perché devo spingere la bici al fianco? Per "NON PEDABILITÀ" si intende: a) i pedali e/o la corona anteriore (42) e/o il deragliatore posteriore urtano massi e/o rami e/o scalini; b) la frequenza dei sobbalzi simultanei, o in breve tempo sulle due ruote, dovuti ad ostacoli fissi alti almeno 10 cm è tale da non permettere un andamento rettilineo della mtb; c) almeno il 50% della pedalata va a vuoto a causa dello slittamento della ruota posteriore oppure a ogni pedalata la ruota anteriore si impenna. Nel caso a) è impossibile proseguire in sella salvo la rottura meccanica della mtb, nei casi b) e c) si può proseguire lo stesso in sella ma le energie finiranno molto rapidamente. In questo secondo tratto ci sono tutti e 3 i casi, il fondo è un misto fra pietre grosse come un melone che vi fanno saltare la mtb a destra e sinistra e uno sfasciume di pietre grosse come fagioli-noci che fanno slittare la ruota posteriore. Ogni tanto si trovano dei tratti lunghi 10-15 m dove si può anche pedalare però monta e smonta dalla sella, mah ?!? Sei un agonista internazionale sia in CrossCountry che in Marathon con un ottimo ranking? Hai già concluso almeno una IronBike? Si?? Bene lascia la vettura a Pra Claud (1589 m slm) ovviamente prima del cartello stradale "Divieto di Transito" e pedala anche in questo secondo tratto, è un buon allenamento!!! Da 2 tornanti prima del Colle Chaberton si può ritornare in sella ma... ormai vi trovate a 2670 m slm circa e state andando ai 3131 come vanno i vostri polmoni ed il vostro cuore? Avete risparmiato le forze prima? Diciamo che la salita allo Chaberton inizia qui. Diciamo che la salita è circa al 20% di pendenza? Terzo tratto, sentiero single track. Se voi e la mtb siete ok salite al forte; la ruota dietro slitta sovente però si può fare quasi tutta in sella, del resto mancano meno di 4 km (più o meno) e il panorama (se non ci sono troppe nuvole) vale qualsiasi sforzo. Il 30/06/06 c'era ancora un nevaio lungo circa 30 m sul sentiero da fare con la mtb in spalla. Ora inizia la discesa. Se non siete capaci di piazzare la ruota anteriore dove volete voi, calcolate che anche in discesa dovrete spingere la bici al fianco per lunghi tratti. Il sentiero del resto è un single track che, per una mtb, è esposto, un piccolo errore e...  Prudenza! Il sentiero è comunque uno sfasciume di pietre instabili quasi privo di terra di compattamento. Dal Colle Chaberton al Ricovero Sette Fontane è quasi tutto con bici al fianco, ci sono tre passaggi in cui si porta la mtb in spalla. Poco più a valle del Ricovero Sette Fontane si sale in sella su una carrozzabile sterrata che porta a Montgenevre in Francia.
Prego astenersi i puristi del 100% in sella (andate allo Jafferau). Niente autoveicoli 4wd, niente quad, niente moto da enduro e quindi niente gas di scarico e polveroni. Chi ha una mezza idea di salire allo Chaberton in mtb si decida in fretta, in quanto la strada da Fenils in assenza di manutenzione si trasformerà da "mtb al fianco" a "mtb in spalla" poi "solo a piedi" e poi a "traverso su pietraia" nel giro di un lustro.
Comunque una sola considerazione: se il vostro CERVELLO non vorrà arrivare al Forte Chaberton non saranno sicuramente le vostre GAMBE a portarvici.
Rispetto. Attenzione a non far cadere le pietre a valle, modera la velocità. Non fare inchiodate inutili. Stai sui sentieri (anche in discesa). Dai sempre la precedenza ai pedoni. Porta sempre i rifiuti a casa. Defeca e orina dove lo fanno i bovini e gli ovini e non dentro le fortificazioni e le grange/baite/ricoveri/caverne ma soprattutto fallo lontano da torrenti e laghi. Non lasciare tracce del tuo passaggio. Non accendere fuochi a meno che non stai andando in ipotermia (congelamento). Il massimo onore è raggiungere la cima ma il massimo disonore è chiamare il soccorso alpino. Prudenza, la montagna vince sempre e l'uomo perde.

Bersagliere


Siamo stati sullo Chaberton sabato 3 settembre 2005 partendo da pra Claud (1589 mt), ritenendo già abbastanza lungo e faticoso il percorso, dato che le appena passate ferie avevano procurato un calo fisico e dell'allenamento direi notevole! La salita si è presentata parecchio difficoltosa, dovendo fare la maggior parte del percorso (circa 60%) praticamente a piedi spingendo la bici, su una lunghezza complessiva di 10,55 Km circa. Il sentiero è ciclabile fino al bivio del Km 4,35 (2035mt circa) dove, girando sulla destra, le pietre e la pendenza rendono poi impossibile l'aderenza al terreno, fatto salvo per le moto-cross che talvolta si incontrano ancora durante la salita dal lato italiano, nonostante i divieti. Più avanti rarissimi tratti, soprattutto verso la sommità della montagna, offrono ancora qualche piccolo spunto di pedalata con il rampichino, ma sono veramente brevi. Il ritorno è ovviamente molto tecnico ma assolutamente percorribile al 100%, ponendo comunque la massima attenzione alle pietre da saltare continuamente spostando il peso sulla bicicletta con abilità e destrezza. Siamo rimasti veramente molto soddisfatti per la bellezza del posto e la fatica della salita è stata ampiamente ripagata dalla maestosità del forte, dai suoi tunnel da esplorare, dai panorami mozzafiato e, non ultimo, dalla lunga discesa, degna coronazione di una fantastica giornata vissuta all'insegna della vera montagna, raggiunta con le sole proprie forze. Certo un poco di romanticismo nel ripensare alla storia di questi forti non fa che aumentare il gusto stesso dell'ascesa, immaginando chi ha vissuto decine di anni fa tra il freddo e gli stenti a causa dei conflitti.

Marco Baudo/Manuele Rossi


Nel mese di agosto 2004 ho fatto il Chaberton salendo da Fenils. Ho letto gli altri commenti e vorrei aggiungere alcune considerazioni personali. La salita è sicuramente impegnativa, lunga e poco ciclabile (50/60% circa). Penso però che, affrontata con lo spirito giusto e con la consapevolezza di doversi portare un bel po' la bici a spalla, sia comunque gratificante ed emozionante, soprattutto se ci si lascia trasportare un po' dalla fantasia e si pensa quale immane opera sia stata la costruzione della "strada" che si percorre salendo. Gli alpini fecero veramente un lavoro grandioso (che costò anche alcune vite umane). Vissuta un po' all'insegna del "romanticismo" la salita allo Chaberton diventa veramente coinvolgente, anche se va affrontata con motivazione, partendo presto al mattino e con condizioni meteo stabili. Io sono partito verso le 7.30 da Fenils e in poco meno di 4 ore sono arrivato in vetta (con tanto di applauso da parte dei presenti!!). La discesa verso Claviere è discretamente ciclabile (quasi completamente dalla vetta fino al Colle del Chaberton e nel sottostante Vallon des Baisses; molto poco, almeno per il sottoscritto, nella parte intermedia alle due sopracitate).

Michele Rossetti


Il 23 Agosto 2000 sono andato in gita in bici per la quinta (ed ultima volta) sullo Chaberton. Penso possano interessare a te e ad altri bikers gli aggiornamenti sul percorso. Purtroppo le notizie sono piuttosto negative: della strada (adesso chiusa al traffico dopo Pra Claud) resta ben poco. Dalle ultime grange sino al colle la ciclabilità è praticamente nulla: sembra di essere nel letto di un torrente in secca, con sassi e ghiaia. Per darti un'idea, quando sono andato per la prima volta, ormai una decina di anni fa, la parte più difficoltosa era la salita dal colle dello Chaberton alla punta; ebbene, ora quel tratto è indubbiamente il più bello e resta ciclabile praticamente al 100% (in realtà altri due ciclisti che ho incrociato se la sono fatta tutta a piedi). Sino a due o tre anni fa, inoltre, era in buona parte ciclabile (OCA) anche la discesa dal colle dello Chaberton a Claviere. Quest'anno la ciclabilità si è piuttosto ridotta anche su tale tratto ed alcuni passaggi sono piuttosto impegnativi anche con la bici in spalla. Ultima nota: a Fenils sono affissi vari avvisi del comune datati 13/8/00 indicanti che a causa di una frana la strada non è più percorribile né a piedi né in MTB. In realtà non è così: solo in un punto è franata, ma comunque resta un sentierino (percorribile con prudenza ma senza difficoltà). A piedi quindi non ci sono problemi ed in bici non è certo la frana l'ostacolo maggiore. In conclusione, la gita resta sempre spettacolare per il panorama, ma decisamente non più adatta alla MTB.

Marco Tosalli


Confermo pienamente le difficoltà della salita al MONTE CHABERTON perché ho percorso il giro alla fine di luglio raggiungendo con fatica la vetta. Ho deciso di effettuare la discesa nel versante di Claviere che offre un sentiero ripido per il primo tratto, in seguito la valle allargandosi in detriti da la possibilità di scendere quasi sempre in sella.
Mi consola sapere di non essere il solo a considerare impraticabile la salita da Fenils, perlomeno nell'ultimo tratto non è divertente, quando il piacere di condurre la bicicletta viene cancellato dalla necessità costante di mantenersi in equilibrio. Pensavo di non essere tecnicamente preparato (probabilmente non lo sono) visto che sono alle prime esperienze di MTB e non ho fatto uscite di gruppo con amici esperti.

Gian Carlo Povero


Ero a conoscenza della situazione sullo Chaberton già critica tre anni fa ed ora drammaticamente peggiorata a seguito della mezza alluvione di questa tarda primavera (quella che ha portato via metà della strada che conduce a Sauze di Cesana) che ha trasformato la strada in un torrente.
Sinceramente la estrema variabilità della ciclabilità delle strade di montagna, soprattutto se chiuse al traffico come questa, ritengo faccia parte del gioco e comunque io, visto gli evidenti danni causati dalla pioggia nella zona ed i cartelli di strada chiusa, mi sarei informato prima di intraprendere la salita già considerata tra le più impegnative (OCA con 60-70% di ciclabilità).

Giorgio Schmitz


Confermo che la strada per lo Chaberton è in condizioni tremende. Sono un biker ben allenato e in possesso di una discreta tecnica. La settimana dopo essermi sciroppato la Dolomiti Superbike (111 km) mi sono deciso ad affrontare l'impresa della salita allo Chaberton insieme ad un amico. Dalle Grange Quagliet in avanti il fondo è assolutamente non percorribile in sella. Abbiamo spinto la mtb fino al Piano dei Morti e per un'altra mezz'ora, poi abbiamo rinunciato perché i tempi di percorrenza diventavano troppo lunghi ed il rientro avrebbe potuto diventare pericoloso. La discesa è stata MOLTO impegnativa ed ha messo a dura prova la nostra abilità discesistica. Purtroppo anche in zona non tutti sanno in quali condizioni sia la strada e abbiamo incontrato alcuni villeggianti (con bici molto mediocri, adatte alla gita fuori porta ma non alla montagna) che erano stati indirizzati allo Chaberton dal loro albergatore o dal padrone di casa. Follia!!

Carlo Mario Chierotti


E' una gita che SCONSIGLIO vivamente a tutti i bikers di fare. Sono andato con un amico. Sapevo che era dura, ma e' stata veramente un'angoscia. Partiti da Fenils alle 9.15 abbiamo pedalato fino alle 11. Dalle 11 alle 14 abbiamo spinto la bici. Sassi, ghiaia, gradoni e pendenza improponibile per un biker di media portata, hanno reso la giornata molto difficile. Avevo fatto lo stesso percorso circa 13 anni fa con la moto ed ero arrivato in cima. Ora e' quasi impercorribile.

Paolo Fassina


Se volete conoscere tutto sullo Chaberton vi consiglio il seguente libro, ricco di foto storiche, disegni, documenti:

Edoardo Castellano
Distruggete lo Chaberton!
Edizioni "Il Capitello" - Torino, 1984

oppure il piu' recente:

Sylvie Bigoni
Lo Chaberton e le fortificazioni della Tagliata di Claviere
Tipografia Edi.Tur - 2000

oppure il sito Internet di Roberto Chirio http://www.fortechaberton.com/

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