Valle di Susa
Lago Gignoux o dei 7 colori
il lago Gignoux
directions_car da Cesana si percorre la SS 24 del Monginevro in direzione Claviere. Percorsi 2,3 km (dal bivio per Sestriere) si incontra, sulla sinistra, la sterrata con indicazioni Sagna Longa/Lago dei 7 colori. In questo punto è sufficientemente larga da consentire il parcheggio dell'autovettura.
straighten 32,15 km
trending_up 1030 m circa
access_time 5,5 ore
sort Difficoltà: difficile
equalizer 100% sterrato
event da giugno a settembre
update Effettuato il 18 luglio 1999
map I.G.C. Carta dei sentieri e dei rifugi 1:25.000 n. 105 Sestriere Claviere Prali
map GIF
Descrizione: fino al Colle Bercia la salita è piuttosto facile e su fondo in buone condizioni. Procediamo lungo la strada militare costruita negli anni '30, affrontando tornanti seguiti da lunghi traversi, che si sviluppano in boschi di conifere. Incontriamo alcuni impianti di risalita che testimoniano come la zona sia assai frequentata durante la stagione invernale. Giunti a Sagna Longa (7,02 km al cartello), dove sono presenti numerosi chalets ed un albergo, ignoriamo la deviazione per Claviere / Val Gimont (7,30 - sulla destra), quella per il Lago Nero (7,50 - sulla sinistra), passando la cappella Madonna della Neve (7,66). La zona che segue è ricca di ricoveri e opere fortificate, costruite soprattutto a cavallo tra le due guerre, a cominciare dalla Batteria di Rocca Remolon, nota anche con il nome di Batteria B12. Presso un tornante al km 9,09, notiamo l'edificio del corpo di guardia. Questo precede le rovine che celano gli ingressi alle gallerie, ricavate nella roccia, che conducevano ad alcuni locali, ad un osservatorio ed alle quattro casematte, dove erano collocati altrettanti cannoni da 75/27, situate sul versante rivolto verso Bousson e quindi non visibili. Sempre dal tornante un sentiero permette di raggiungere un bel punto panoramico. Arriviamo al cartello della località Colle Bercia (9,50): il colle vero e proprio si trova più a monte e non viene toccato dal nostro itinerario. Trascurata via Pic de Rochebrune (10,21 - sulla sinistra), oltrepassiamo l'albergo-bar-ristorante "la Montanina" subito dopo il quale notiamo la lunga costruzione del ricovero militare di Cresta Rascià, utilizzato dopo la seconda guerra mondiale come rifugio dal CAI con il nome di "Gran Pace" ed ora proprietà privata. Questo si trova a ridosso della dorsale di Punta Rascia'. Il toponimo, che significa rasata, non poteva essere più appropriato in quanto le pendici risultano completamente prive di vegetazione tanto che si è resa necessaria la costruzione di numerosi paravalanghe al fine di evitare il formarsi di pericolose slavine. Nei pressi di un piazzale, lasciamo via Colle Bercia (che prosegue verso la Val Gimont e Claviere) tenendo la sinistra (via Col Saurel - 10,56) e proseguendo subito dopo diritto (10,62): a sinistra si possono raggiungere i laghi Foiron, la capanna Mautino e il Lago Nero. La strada si restringe e diventa dissestata, transitando poco al di sopra del Lago Granet: completamente asciutto, se non fosse per il cartello non ce ne saremmo neppure accorti; probabilmente l'avvallamento dove si trova si riempie solo durante lo scioglimento delle nevi. Altre deviazioni per il Lago Nero, sempre sulla sinistra, si incontrano più avanti: 11,47, 11,86 (dopo una traccia sulla destra - 11,53) e 12,37 (sentiero). Seguire sempre la pista principale ignorando altri sentieri laterali. Si passa uno sperone di roccia, lasciandolo sulla destra (12,13), pervenendo al Poggio Brusailles, punto panoramico sulla Val Gimont (12,59). Alle nostre spalle il Roc La Luna, dove si trovavano il Centro 13 - 14 - 15 e 16, di cui si possono osservare le rovine: si trattava di un complesso in caverna occupato da un centinaio di uomini e dotato di 13 mitragliatrici situate su ambo i lati della dorsale. Dopo alcuni saliscendi (notare sulla sinistra il piccolo lago Saurel), la strada gira attorno alla erbosa Cima omonima entrando in territorio francese: un cartello segnala il confine e ne vieta anche il transito ai veicoli motorizzati (13,66). Il Lago Gignoux (m 2329) è ormai vicino: con una ripida discesa si arriva alla sponda (14,01). Secondo la leggenda, in epoca remota, un individuo dotato di magici poteri vi nascose all'interno un favoloso tesoro. Rimasto amareggiato però dal desiderio che questo suscitò tra gli uomini per entrarne in possesso, stabilì che non sarebbe appartenuto solamente ad una unica persona bensì all'intera umanità: lo tramutò allora in un arcobaleno i cui 7 colori si possono ammirare riflessi dalle acque sotto particolari condizioni di luce. Consigliamo di proseguire lungo la traccia pianeggiante. Ad un certo punto (in prossimità di un sentiero dal quale si arriverà a breve), questa curva ed inizia a scendere raggiungendo un quadrivio (croce gialla su masso - 15,61): diritto si arriva a Poët Morand, a sinistra si scende alle baite ormai abbandonate di Les Fraches. A destra raggiungiamo il Lago Noir (il cartello si intravede dal quadrivio - 15,68). Continuiamo lungo il sentiero che risale il pendio, alla destra del lago, che costringerà a scendere di sella. Terminata la salita si ignora la deviazione sulla sinistra per il Lago Sarailles e il rilievo Le Chevaillet (16,18), costeggiando un secondo specchio d'acqua senza nome. Seguendo sempre le tacche gialle, dopo un semicerchio, il sentiero si mantiene pianeggiante puntando verso il Lago Gignoux. In questo tratto si nota sulla destra un terzo laghetto chiamato du Rouseou. Confluiti sulla pista percorsa poco prima (17,54), ripercorriamo fedelmente il tragitto fatto all'andata sino al punto di partenza (32,15).
un cartello segnala l'ingresso in territorio francese
lago Gignoux
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Si declina qualsiasi responsabilità per eventuali errori, imprecisioni, incidenti e danni di ogni sorta
Ultimo aggiornamento: 27 settembre 2024
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