AVVISO! Hanno messo il divieto per le biciclette, elegantemente
citate come velocipiedi. Per cui ora è percorribile solo a
piedi. (Segnalazione di U. Bert che mi inviato anche la foto
sottostante)
Caratteristiche
mulattiera:
- lunghezza 2,90 Km;
- dislivello 510 metri (tutti in discesa);
- tempo percorrenza 30 minuti.
Considerando anche la parte di asfalto sino alla
parrocchiale di S. Ambrogio:
- lunghezza 3,01 Km;
- dislivello 525 metri.
Descrizione
La si puo' affrontare partendo dal
piazzale-parcheggio sul colle della Croce Nera
(qui c'e' anche un ristorante che funge da posto
tappa del "Sentiero dei Franchi")
oppure, come nel ns. caso, salendo per la
stradina di accesso all'Abbazia, poco prima di
raggiungere i resti dell'antica chiesa dedicata a
S. Stefano, nota anche come Sepolcro dei Monaci,
in quanto la zona circostante sarebbe stata
utilizzata in passato come cimitero. In entrambi
i casi, un vistoso cartello in legno con la
scritta "Antica mulattiera" ne segnala
il punto d'inizio. Si consiglia di effettuarla a
tarda primavera/estate e lontano da piogge
recenti, in quando le pietre presenti sul fondo,
in presenza di umidita', diventano scivolose e
quindi insidiose. Raccomandata almeno una
front-suspended visto che il mezzo e' sottoposto
a notevoli sollecitazioni. Se cercate di evitare
in qualche maniera le pietre, stando ai bordi,
fate attenzione alle spine dei rovi: lasciano il
segno! In cima, oltre ai numerosi turisti che
arrivano con auto e pullman, agli escursionisti
ed ai ciclisti, dal novembre 1999 non e' raro
incontrare chi sale utilizzando la via ferrata
che parte dalla croce della Bell'Alda a S.
Ambrogio. E' lo stesso nome con cui si indica la
torre posta sulla spianata del monte Pirchiriano,
sul quale sorge la Sacra, vicino ai ruderi del
Monastero Nuovo. Bell'Alda, narra la leggenda,
era una graziosa fanciulla che, fuggita sulla
torre nel tentativo di evitare le cattive
intenzioni di un soldato, non esito' a gettarsi
nel vuoto invocando pieta' alla Vergine. La
Madonna accolse le sue suppliche: due angeli
presero al volo la poverina e la depositarono
dolcemente al termine dello strapiombo.
Purtroppo, mossa dalla vanita', volle dimostrare
di essere entrata nelle grazie divine, ripetendo
il gesto: la seconda volta risulto' pero' fatale.
Iniziamo dunque la discesa del monte Pirchiriano,
dal nome in greco del fuoco. Secondo la leggenda,
l'Abbazia venne fondata dal vescovo ravennate San
Giovanni Vincenzo, ritiratosi in eremitaggio
nella zona. Fu proprio da dentro una corona di
fiamme che l'arcangelo Michele indico' a Vincenzo
il luogo dove dovesse sorgere l'oratorio che era
intenzionato a costruire e che oggi viene
identificato con la piu' grande delle cappelle
presenti nella cripta della Chiesa. Nella
realta', la Sacra venne eretta, negli anni che
precedettero il Mille, su iniziativa del nobile
Ugo di Montboissier. Costui, recatosi dal Papa,
riusci' ad ottenere l'indulgenza dei propri
peccati, espiandoli con la realizzazione di
un'abbazia. Ricordadoci al primo bivio di tenere
la sinistra (0,20 Km), si transita presto tra le
case di S. Pietro. Passati dinnanzi alla cappella
dedicata alla Madonna di Fatima, si affronta uno
stretto passaggio caratterizzato dalla presenza
di alcuni gradini. Giunti su uno slargo a lato
della strada asfaltata proveniente da Avigliana,
ritroviamo, a lato del monumento posto in
occasione dell'ultimo Giubileo, nuovamente la
mulattiera. Seguono numerosi tornanti presso i
quali, oltre a due fontane, troviamo anche alcuni
tavoli e panche in legno. Sul versante opposto si
noti la Torre del Colle, eretta dalla famiglia
Provana a scopo di segnalazione e difesa.
Terminata la mulattiera (2,90), si transita a
breve davanti alla cappella della Confraternita
di S. Rocco raggiungendo il muro posteriore della
Parrocchiale dedicata a S. Giovanni Vincenzo e
firmata dall'ingegnere Bernardo Vittone (3,01).
Foto in alto: Sepolcro dei Monaci e Sacra di S.
Michele
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