Questo itinerario mi ha permesso di visitare
in un colpo solo un’ampia zona delle alpi Marittime, famosa per la
bellezza dei suoi ambienti alpini, costellati da una miriade di
laghi e laghetti, collegati di solito tra loro, da una buona rete di
ex rotabili e mulattiere militari, costruite probabilmente a cavallo
delle ultime due guerre. Le caratteristiche morfologiche di queste
montagne e spesso le cattive condizioni del fondo di queste
rotabili, non sono proprio il massimo per l’utilizzo della M.Bike;
nelle salite è difficile rimanere in sella e le discese sono tutte
molto saltellanti e snervanti, richiedono più che capacità e abilità
tecnica, molta pazienza e sopportazione. Nonostante questo, l’alta
Val Gesso continua ad attirare numerosi ciclo-escursionisti, anche
se il più delle volte, molti di essi, sono ritornati a valle delusi
e distrutti, e spesso ho sentito o letto commenti come: “Mai più”
oppure “E’ l’ultima volta”!
Quindi per questo itinerario è importante avere il giusto approccio,
bisogna trovare le giuste motivazioni, saper scegliere la giusta
giornata, e coinvolgere ….i giusti compagni! |
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Ci ho messo un po’ di tempo a pubblicarlo,
volevo fare le cose per bene, perché questo itinerario si svolge
quasi tutto su quelli che erano i sentieri di “Pierriccardo” che per
me era, come per tutti quelli che lo hanno conosciuto, una leggenda
vivente! Gli volevo dedicare questo itinerario in privato, ma non ho
fatto in tempo; gli sarebbe sicuramente piaciuto, e si sarebbe
arrabbiato anche un po’, perché a lui che era un profondo
conoscitore di queste montagne, proprio uno di questi sentieri
chissà per quale motivo forse gli era sfuggito, o non lo aveva preso
in considerazione, ma poi sono sicuro che mi avrebbe scritto, che
appena la “porca neve” fosse andata via, sarebbe andato a provarlo,
partendo quasi sicuramente già in sella alla bicicletta da Cuneo,
come aveva fatto altre volte!
Con Pierr, mi ero sentito l’ultima volta a fine ottobre dopo il suo
giro del M.Rosa. Gli avevo scritto che era stato grandissimo, che lo
abbracciavo di cuore. Mi ha ancora risposto “ti abbraccio anch’io” e
questa è stata la sua ultima E-mail! L’inverno avrebbe dovuto
dividerci per un pò, poi avremmo cominciato a pianificare per
l’estate, finalmente un gran giro insieme; le idee non mancavano, ma
il destino ha deciso diversamente!
Ti riabbraccio Pierr!
Località di partenza: Isola 2000 m. 2020 (C.le Lombarda
–Francia)
Sviluppo: inf. ai 40 km
Dislivello: c.ca 1750 m
Cicalibilità salita/discesa: 40% - 90% (rif. al dislivello e
a un BC+)
Difficoltà: impegnativo
Tempo: 7-8 ore
Provato il: 18 Agosto 2007
Consultando una cartina sembrerebbe più logico
partire subito dal Colle della Lombarda sul versante francese,
prendendo un sentiero che si stacca sulla sx poco sotto il Colle, ma
le condizioni di questo sentiero sono veramente cattive e quando si
attraversa la zona delle piste da sci diventa anche difficile da
rintracciare.
E’ consigliabile quindi partire da Isola 2000, anche se il
comprensorio di questa stazione sciistica è uno degli ambienti più
alterati e sconvolti che abbia visitato, ma una volta raggiunto il
Col della Merciere facilmente già individuabile alla partenza e
raggiungibile oltre che da una stradina sterrata, anche per
scorciatoie e piste da sci, fortunatamente l’ambiente è di nuovo più
preservato e integro. Si scende sul versante opposto seguendo una
pista silvo pastorale (foto 1),
oppure più direttamente per sentieri in mezzo ai pascoli
raggiungendo più in basso una foresta molto estesa (foto
2) che bisognerà attraversare per un lungo tratto di almeno
una decina di km fino ad arrivare a incrociare un sentiero sulla sx
con le indicazioni per il Col della Salese.
Si va avanti invece ancora per poche decine di metri per risalire
una più comoda stradina con un asfalto chiaro e rugoso che arriva
dal Colle medesimo.
Poco prima di raggiungere il Colle, sulla sx si stacca e si prende
una stradina dal fondo veramente brutto per la presenza di molti
sassi e pietre di riporto probabilmente alluvionale; cercando di
restare in sella il più possibile, si passa su un ponte in legno per
attraversare un torrentello e poco oltre s’incrocia un sentiero
palinato con indicazione per il Lac Nègre che sale dritto nella
foresta. Non bisogna prendere questo sentiero, e continuare invece
per la sterrata che doveva essere la pista di servizio per accedere
ad un alpeggio ora probabilmente abbandonato.
Poco più avanti la pista fortunatamente migliora, sia come fondo ora
più erboso sia per la pendenza più attenuata (foto
3), e quasi sempre in sella con un largo semicerchio si
arriva poi a incrociare nuovamente il sentiero di cui sotto e appena
pochi metri sopra il Bivio per i laghi e il colle di Fremamorta. Da
qui sarebbero sufficienti forse meno 15 minuti per visitare il Lago
Nègre, che è uno dei più estesi delle alpi Marittime a quella quota,
diversamente scendere pochi metri per il sentiero ora incrociato e
seguire le indicazioni per il Colle e Laghi di Fremamorta.
Inizialmente si resta ancora in sella per qualche tratto (foto
4), poi la pendenza aumenta e con regolari tornanti si
comincia a guadagnare quota portandosi alto sulla conca che ospita i
numerosi laghi e laghetti di Fremamorta del versante francese di cui
alcuni a stagione avanzata già probabilmente in secca (foto
5).
Raggiunto il Colle (foto 6)
è ben visibile l’itinerario che si dovrà percorrere per raggiungere
il Colletto di Valasco. Il sentiero scende dapprima per un ripido
pendio detritico verso una dorsale dove continua a scendere (foto
7) esposto con stretti e numerosi tornanti verso il primo
lago che si lascia sulla sx (foto
8). Si continua con ciclabilità abbastanza buona (foto
9) verso le conche che ospitano tutti gli altri bellissimi
laghi di Fremamorta (foto 10
- foto 10b) e senza
grandi sforzi e con una breve risalita si raggiunge il Colletto di
Valasco (m 2429 - foto 11).
La discesa sul versante Valdieri pur essendo in certi tratti il
fondo della mulattiera-rotabile assai ingombro di pietre e detriti
si fa tutto in sella alla bicicletta (foto
12). Arrivati al bivio con il sentiero che sale da
fondovalle, si prende in risalita verso sx, e da qui e fino al bivio
per il Rifugio Questa la ciclabilità cessa di nuovo quasi del tutto,
attraversando però una zona ambientalmente molto bella e
caratteristica (foto 13).
Anche se si allunga un po’ conviene fare la deviazione per il
Rifugio Questa, sia per una sosta rifocillante, sia per visitare il
lago di Portette, anche se di tutti i laghi finora incontrati,
questo, ambientalmente è quello che mi ha emozionato di meno, sia
per la conca che lo ospita, che per qualche disturbo visivo di
troppo lungo le sue sponde (foto
14).
Il Rifugio Questa è a quota 2388 m, in teoria il dislivello ancora
da superare per raggiungere il Colle della Bassa del Druos (m 2628)
per rientrare sul versante francese è meno di 250 metri. In realtà
saranno molti di più, perché lasciato il Questa si comincia a
risalire una cinquantina di metri, ma poi per raggiungere la conca
che ospita il lago del Claus (foto
15), si perde di nuovo subito il dislivello appena fatto.
Lasciato questo lago (foto 16)
molto più bello ambientalmente di quello di Portette, si guadagna
un’altra cinquantina di metri di dislivello per arrivare alti sulla
conca con il primo dei Laghi di Valscura. Questa voltà bisogna
perdere nuovamente almeno un centinaio di metri in dislivello, e a
circa un’ora dal Rifugio Questa, siamo adesso a una quota
sensibilmente più bassa e ci aspettano ancora almeno 350 metri di
dislivello. Fortunatamente tutta la discesa e il tratto di sentiero
che costeggia il lago inf. di Valscura si fa in sella alla
bicicletta (foto 17),
incontrando anche un curioso cartello che invita ad andare ad
assaggiare “il caffé Alpino” in una baita nelle vicinanze del lago!
Poi bisogna di nuovo spingere fino a raggiungere il ripiano
superiore che ospita gli altri laghi, passando anche in prossimità
di un grande edificio militare che sembra essere diventato il
ricovero abituale dei numerosi camosci di questa zona (foto
18).
Poco oltre l’edificio la mulattiera guadagna molto più rapidamente
di quota, e con alcuni corti e più ripidi tornanti finali, raggiunge
lo stretto intaglio roccioso della bassa di Druos.
Sul versante opposto, un sentiero con ciclabilità non scorrevole e
continua per i troppi detriti o ostacoli rocciosi, descrive un
semicerchio sopra il lago più elevato e grande di Terres Rouges (foto
19), che nella calda luce serale ha colorazioni molto
suggestive! Più sotto si vanno a costeggiare i laghi inferiori (foto
20), continuando poi per il sentiero che va in direzione del
Col Merciere. Si arriva ad un bivio dove un sentiero sulla dx scende
già direttamente verso Isola, ma con non troppa ciclabilità almeno
nella parte iniziale. Continuando invece per l’altro sentiero, in
leggera risalita ci si ricongiunge al Col Merciere e di là si
ritorna a Isola 2000 per l’itinerario fatto in salita (foto
21), o più velocemente direttamente per alcune scorciatoie. |
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